martedì 17 dicembre 2013

What money can (or can't) do

Horyzon, Dec 2515

Lars è a casa degli Smithson quando riceve la chiamata di Benedict. Fortunatamente, ha appena ultimato la lezione di violino della loro figlia minore Mabel. Avvisa Benedict che lo richiamerà a breve.

Mabel Gertrude Gwendoleen Smithson non ha alcun talento -né alcun interesse- nella musica, e Lars attende, vestendosi d'una compassata maschera di professionalità, ogni volta che bisettimanalmente si reca dagli Smithson, di ricevere l'annuncio che la loro rampolla abbia finalmente rivolto le proprie mire su un nuovo giocattolo.
Lars eviterebbe, ben più che volentieri, di mettere nelle sue mani qualsiasi strumento musicale. Ma questo fa parte del suo lavoro e, dopotutto, nonostante preferisca far corrispondere il guadagno al concretizzarsi dei risultati previsti, non ha mai provato dispiacere nel veder incrementare il proprio conto bancario. Soprattutto di recente.

Le grida strazianti del violino riprendono, con le esercitazioni assegnatele dal maestro, che la giovane allieva non vede l'ora d'eseguire, mentre Lars s'appresta a lasciare l'appartamento -un lussuoso attico che affaccia sul lato Est di Carpathia Square- salutando i facoltosi genitori della giovane Mabel.
Lo strumento continua ad implorare pietà, torturato ripetutamente dalla dodicenne, mentre Lars si congeda dagli Smithson, che, tra sorrisi grati e complimentosi, gli ricordano il concerto che si terrà quella sera stessa, ad opera di una qualche cugina di Mrs Cecily Smithson, al Millicent Theatre.

Quando può concedersi di rispondere alla chiamata di Benedict, Lars è già in ascensore.
Ventham chiede, naturalmente, notizie di Ezra. Domanda a Lars se Ezra stia seguendo regolarmente le visite con il Dottor Morgan. Lars gli risponde che conosce il modo per accertarsi che lo faccia.

That's a tale of love and blackmail.

Poco più tardi, Lars invierà ad Ezra un messaggio per comunicargli il luogo dell'appuntamento: Hexagonal Square.
Quella sera stessa, Ezra si presenterà -in opportuno ritardo- col più recente dei propri acquisti: una City Motorbike nero ossidiana corredata di BS High Performance Suit.
  

venerdì 13 dicembre 2013

Feel the Scent of Safety

Corona, Dec 2515

-Mister Wolfwood, Mrs Layla Wolfwood è appena arrivata. L'attende in salotto.
De Quincey aveva smesso di chiamare Lars per nome dopo il termine della prima guerra, da quando, lasciato il servizio presso i Douglas, era stato assunto da Lars stesso presso la propria tenuta.

Lars libera il violoncello dall'incastro protettivo delle gambe, tende il braccio destro a riporre l'archetto su un ripiano -sa esattamente dove si trova, non ha bisogno di trovarne la posizione con lo sguardo- e si alza in piedi.
Ezra non è in casa, o non avrebbe potuto suonarlo.
-La ringrazio, De Quincey. Può servire il thé fra dieci minuti esatti.
De Quincey si ritira con un chinarsi del capo silenzioso, che funge da inchino e da assenso.
Lars richiude il colletto della camicia, raccoglie la cravatta da quello stesso ripiano, impiega il tempo necessario per indossarla, accomoda i polsini della giacca, e si prepara ad incontrare sua sorella minore.

Layla Wolfwood, dopo aver sposato Michael Nicholas Brighton, ha preferito mantenere il proprio cognome e la propria posizione alla NL Gleam Engine.
Si dice che Layla Wolfwood si sia vista per le strade di New Washinghton più spesso in compagnia della propria automobile che in compagnia del proprio marito. Ma che non gli faccia mancare nulla. Qualcuno l'ha definita addirittura caritatevole, dacché Lawrence Wolfwood, qualche decade addietro, ha causato la rovina dei Brighton.
Non è chiaro se la schizofrenia di Katharine Douglas -in Wolfwood- si sia manifestata in seguito alla morte di Laura Wolfwood, sei anni -avvenuta esattamente ventiquattro anni prima- o in seguito alla nascita di Layla Wolfwood: ma Layla Wolfwood, ventiquattro anni compiuti da pochi mesi, si è fatta strada nella società di New London senza alcun appiglio.Senza alcun appoggio da parte della famiglia.

L'ultima volta che si sono incontrati, Layla aveva quattordici anni, Lars ne aveva appena compiuti venti.
Layla ha i capelli biondi e gli occhi chiari, i capelli di Laura erano neri, gli occhi grigio piombo. Un changeling fallito, che non ha fatto troppo scalpore, ventiquattro anni prima.

Layla siede compostamente, in paziente attesa. Si è accomodata sul divano che le consente d'osservare, attraverso la vetrata che dà sull'esterno, il giardino che potrebbe presto divenire di sua proprietà. Probabilmente, dietro l'asciutta compostezza da donna del Core, sta pregustando la sensazione di possedere quei terreni, di osservare quei paesaggi con gli occhi d'una padrona piuttosto che d'una spettatrice. 
Quando Lars entra nel salotto c'è silenzio. Può vedere di profilo, seduta sul divano, una giovane donna dai capelli biondi raccolti sulla nuca, vestita d'un tailleur turchese. Quando ode il rumore dei primi passi mossi sul pavimento di marmo, Layla non si volta: lo fa solo quando quel rumore è esattamente alla sua sinistra, ad indicarle che suo fratello è giunto in prossimità del divano. Lars la sta osservando, ma sul volto Layla non gli trova la benché minima traccia espressiva, sia essa di piacere o di sorpresa. Non vi trova neanche disgusto o ostilità.
-Sei cambiato molto.- Layla gli sorride. Ha un bel sorriso, non troppo aperto, ma che riesce ad illuminarle il volto. - Dieci anni fa non mi avresti neanche guardata.
-Buon pomeriggio, Layla.
-Restiamo su toni formali? Buon pomeriggio, Lars Faust Wolfwood.
-Sei qui in veste d'acquirente.
Lars si è spostato, intanto, verso il divano posto di fronte a quello sul quale Layla s'è accomodata. Si volta per fronteggiarla, mentre prende posto. Trova l'appoggio dello schienale, ma la sua non è la postura rilassata del padrone di casa: a Layla dà piuttosto l'impressione d'avere di fronte un uomo d'affari pronto a contrattare.
-Sai che la stampa si domanda il perché di questa decisione improvvisa, vero, Lars?
-La stampa s'interroga su tutto: è la ragione per cui la comunicazione esiste. Benché troverei più appropriato che si occupasse invece della guerra in corso su Polaris.
-Non posso credere che un uomo della tua posizione non segua i notiziari.
-Credi davvero che sia stato detto tutto, riguardo la guerra? Che il Core sia raggiunto dall'informazione, piuttosto che da sterili notizie?
Layla aggrotta appena la fronte candida sotto i riccioli crespi. Lo sta ascoltando, ma non pone domande: attende che continui.
-Le ragioni della guerra, le ragioni dei popoli che non credono nel governo che viene loro imposto.
-Queste sono idee indipendentiste, Lars.- Non suona, tuttavia, come un'accusa. Layla sembra piuttosto curiosa, interessata ad ascoltare. È incuriosita dal fratello che non incontra da quando era poco più d'una ragazzina.
-Nel Core non si attende altro se non la notizia che la Flotta Alleata abbia ristabilito l'ordine. L'idea che il presidente Shepard sta diffondendo, è quella che la gente di Polaris sia sottomessa ad un gruppo di sovversivi che stiano cercando di contravvenire ad una verità universale.
-Perché non sei lì con loro?- Layla deve aver notato quanto Lars, pur nella cadenza monocorde, abbia lasciato trasparire.
-Perché la Shouye non può nulla.
C'è una sorta di rabbia, di disillusione, pur nel modo controllato col quale Lars scandisce quelle poche parole. Hanno un sapore amaro che Layla crede perfino di percepire.
-E perché diversi impegni richiedono la mia presenza su Central.
-Ed uno di questi, si chiama per caso Percy Irvine?
-Right on target.- È una replica rilassata, nella quale Layla crede di scorgere perfino una vena sottile d'ironia. 
-Puoi dare la colpa alla stampa che non si occupa di seguire le vicende della gente di Polaris.
-Il fatto che tu ti dimostri già sufficientemente informata, mi lascia supporre che adesso la nostra conversazione potrà vertere sul motivo della tua visita.

De Quincey entra proprio in quel momento. Oppure, ha calcolato adeguatamente i tempi per rendere palese la propria presenza in un momento non inopportuno, nel corso del dialogo tra i due fratelli. Tra il padrone di casa -ancora per poco, a quanto sembra- e la sua ospite.
Il thé viene servito con i modi impeccabili che ci si aspetti in un ambiente di tale levatura sociale.
Layla prende la propria tazza soltanto dopo il congedo del maggiordomo.
-De Quincey ed il servizio da thé sono compresi nella vendita?- Layla solleva la tazza dal piattino, per portarla a lambire le labbra tinte di un rosso corallo -Parliamone, invece. Di quel Percy Irvine.
Lars ha accettato che fosse De Quincey a consegnargli la tazza, prima che lasciasse la stanza, senza scomodarsi. E sta già sorseggiando il proprio thé, quando Layla riprende. Layla ha una voce squillante, argentina, ma ben modulata nei toni di una conversazione confidenziale e composta.
-La stampa di certo non mi spiegherà come mai ti porti dietro un tipo del genere. Sembra un criminale psicopatico. Chi afferma d'averlo sentito parlare, dice che abbia perfino un accento del Rim.
-Sono stupito di quanto la gente di Central dimostri di conoscere gli accenti dei sistemi periferici.- Il thé viene centellinato con l'educata parsimonia di chi non abbia l'intenzione di terminare la propria bevanda in tempi brevi. 
-Non dovresti scherzare, Lars. Ti fai vedere in giro con un tipo inquietante, decidi di punto in bianco di vendere la tua proprietà su Corona.
-Il secondo dei fatti gravi che stai elencando, Layla, va a tuo vantaggio, mi sembra. Quanto al primo, credo di non riscontrarvi la stessa gravità che, secondo quanto mi sia possibile constatare, ti porta a preoccuparti come se parlassi della mia stessa salute.
-È della salute della famiglia, che mi preoccupo: del nome dei Wolfwood. Possedere una tenuta su Corona è uno status symbol, uno status symbol cui tu, Lars, stai rinunciando. E quell'individuo di dubbia moralità e sanità mentale col quale ti fai vedere in giro...
-Sono io il membro della Shouye, Layla. Quanto al nome dei Wolfwood -Lars sembra voler assaporare la pronuncia del suo stesso cognome- non credo possa vantare la stessa tradizione di quello dei Douglas. Saranno in pochi a preoccuparsene.
-Non capisci...
-Infatti, non capisco.- Lars discosta la schiena dalla spalliera del divano, e si sporge verso il tavolino, quanto basti perché la mano destra possa raggiungerne la superificie sulla quale posare il piattino e la tazza da thé -Percival Irvine, e qualunque cosa lo riguardi, non dev'essere argomento di tuo interesse, Layla. Sei qui per altro, mi sembra.
-Sono qui per vedere mio fratello. Che in ventiquattro anni di vita, mi guarda in faccia, oggi, per la prima volta.
-Se non sei interessata all'acquisto della proprietà, devo chiederti di tornare a farmi visita in un altro momento.
-Perché questa fretta di vendere? Anche in questo c'entra Percy Irvine? Non gli piace più questo posto? Vuole che acquisti una nuova proprietà, magari su Tauron o in un altro bel pianeta non civilizzato?
-Questa casa, e l'arredamento, hanno un gusto eccessivamente vetusto. L'appartamento di Horyzon incontra maggiormente i suoi gusti.- Nel sottolineare quelle parole, Lars ricorre ad una sorta di sottile, velato compiacimento. Che, in qualche modo, deve preoccupare Layla.
-Non posso crederci.
-Ho intenzione, inoltre, d'acquistare almeno altri due piani del grattacielo, e di farli adibire ad acquario: acquisterei alcuni squali presso la Multiverse Nature Environment.- Lars continua con la stessa pacatezza, mentre ritrova l'appoggio dello schienale. E gli occhi increduli di Layla.
-Tu stai scherzando, Lars.
-Non è un'idea che scarterei.

Nel corso degli istanti successivi, Layla Wolfwood si limita a fissare lo sguardo sul volto del fratello: è probabile che stia cercando di capire, attraverso quell'atteggiamento compassato, che non è in grado di penetrare, se Lars stia provando una sorta di divertimento, o se abbia perso la cognizione di dove si trovi il limite del buonsenso. Quello che vi trova, è una serietà che la spinge a rientrare nell'argomento principale.
-Parliamo della compravendita: di quanto tempo hai bisogno per portarti via le tue cose?
-Intendo vendere al più presto. Entro la fine del mese la compravendita dev'essere conclusa. Questo significa che, una settimana prima che il mese abbia termine, trattative e passaggio di denaro devono essere conclusi.
-Perché tanta fretta? Rinunci al tuo museo, alla biblioteca? Delle tue collezioni si parla nei migliori salotti di Corona.
-Probabilmente un giorno ti chiederò di rivendermeli.
-Sai che potrei decidere di chiederti molto di più di quanto io li stia pagando adesso.
-Sei una donna di Central, ed una delle più note imprenditrici di New London, del resto.
Layla resta in silenzio, prolunga la pausa che le sia necessaria per rispondere, accostando nuovamente la tazza di thé alle labbra.
-Hai dei debiti, Lars? Se vuoi, posso prestarti dei soldi.
-Non ho debiti. E vorrei che mi rivelassi quali siano le tue intenzioni riguardo la proprietà.
-Intendo acquistarla. Pagherò la prima rata entro i termini stabiliti.
-Molto bene. Farò in modo che i documenti siano pronti entro domani a mezzogiorno, ed attenderò una tua visita nel pomeriggio. Gradirei che mi comunicassi in anticipo l'orario del tuo arrivo.
Layla appoggia la tazza sul piattino, il tintinnare della porcellana incrina appena il silenzio che interpone tra le parole di Lars e le proprie.
-Hai acquistato questa tenuta al termine della prima guerra, non è così? Ho sentito dire che tenessi con te una bambina, una bambina molto piccola.
Nel modo in cui Lars la osserva, Layla crede di notare qualcosa. È proprio nella sua indifferenza, nella mancanza di qualsivoglia reazione, che crede di scorgere la manifestazione invisibile di un moto interiore.
-Merryweather Elizabeth Adelheim. È stata affidata alla sua famiglia d'origine, su Greenfield.
-Chi è, quella bambina?
-Sua madre morì in guerra, sotto le bombe di Hera. Promisi di prendermene cura, ed è quanto ho fatto, nel modo migliore che conoscessi.
Layla lo osserva, come se oltre quelle parole, cercasse di scorgere quanto vi sia di non detto. E probabilmente le affiora, sulle labbra, una domanda che decide di non porre. Dirottando invece su altro.
-Non avresti potuto tenerla qui, farla crescere con l'ottima educazione di una fanciulla del Core?
-Non sono in grado di dare amore ad una bambina così piccola, Layla. Ed inoltre, ho trovato giusto che crescesse negli stessi ambienti in cui crebbe sua madre.
-Lo so. Non hai dato amore neanche a me, quand'ero piccola. Eppure era proprio da te che cercavo supporto. La mamma era troppo occupata a giocare col fantasma di Laura, e nostro padre...
-Nostro padre ha interesse esclusivamente per il denaro e per la carriera dei suoi due figli.- Lars interviene in suo aiuto, prima che la voce di Layla s'incrini troppo perché possa continuare. 
-Siamo anche noi suoi figli! -La recriminazione che Layla rivolge a Lawrence, è evidentemente più aspra, più colma di risentimento, rispetto a quella mossa verso il fratello.
-Parlavi della stampa, poco fa: dovresti sapere che il matrimonio con nostra madre non è stato altro che un mezzo per seppellire sotto una colata d'oro fuso tutte le manovre di cui ha avuto bisogno per raggiungere la sua posizione attuale.
-E per spianare la strada a Lucretia nel governo di New London, ed a Ludwig nel mondo industriale. Ma, se sai tutto questo, Lars, perché non hai combattuto con me, al mio fianco? La mamma è un relitto che fluttua  in un mondo illusorio, il Dottor Ventham ha detto che, ogni volta che riemerge, è un'esperienza tanto straziante che potrebbe portarla a preferire il suicidio. Ognuno di noi ha dovuto farsi strada da solo, quando avremmo potuto sostenerci a vicenda.
-Eppure né tu, né io, possiamo lamentarci delle rispettive carriere e del punto cui hanno portato ciascuno di noi.
-Ti costa così tanto darmi il tuo appoggio, Lars?!- Layla non urla, ma c'è tutta la sua esasperazione nella veemenza con la quale gli scaglia contro quelle parole. 
-Perché credi che, tra tanti potenziali acquirenti, abbia scelto te, Layla?- C'è un calore tale, nella risposta di Lars, che pur nella cadenza monotona, riesce a raggiungere il cuore della sorella, ed a strapparle un respiro più profondo, col quale sembra finalmente acquietarsi.

-Faremo in questo modo: ti do un anno di tempo, durante il quale raggiungerai la cifra necessaria per ripagarti la villa, la biblioteca, il museo, e quella strana cappella.
-È una cappella in stile Gotico.- Rettifica con leggerezza.
-Be', in ogni caso, quel che m'interessa sono i terreni. Ho intenzione di costruire una sede su Corona, per la Gleam Engine, ed estenderne il prestigio. Non intendo rinunciare a mettere le mani sulla tua proprietà, Lars, ma credo che, dopotutto, anche tu abbia un cuore, e riesca ad affezionarti alle cose, ad i luoghi in cui hai vissuto. Ed alle persone. Quel Percival Irvine, ad esempio.
-Potremmo aver bisogno, presto o tardi, di una casa per villeggiare durante la primavera. Ed io potrei aver bisogno di recuperare il mio... status symbol.
-E d'estate?
-D'estate potremmo decidere di recarci su Whitmon.
-Devi farti proprio vedere ovunque tu vada con un tipo del genere?
-Siamo molto indipendenti, invece.
-Non ho difficoltà a crederlo, conoscendoti. E pensando alla sua faccia inquietante. Ha quegli occhi che sembra vogliano scarnificarti e guardarti dentro.- Layla crede perfino di rabbrividire, nel parlarne. 
-Eppure suppongo che tu, invece, gli piaceresti.
-Oh, certo, non ne dubito. Ma in che razza di rapporto siete, tu e quel ragazzo? E dovevi cercartela proprio nel Rim, una persona cui affezionarti?
-Devo ricordarti che i membri della Shouye sono rinomati per il loro buon gusto? Avrai saputo che su Horyzon frequenterà il conservatorio.
-Oh, sì: la sede di Horyzon del Conservatory of Music and Academy of Fine Arts. Ho saputo, ho letto, che vi unisce la passione per la musica. Gli hai anche insegnato a tirare di scherma?
-Non gli ho dato che un paio di lezioni, a seguito delle quali è stato seguito da diversi maestri, sia su Corona che su Horyzon. Adesso potrebbe battermi, senza alcuna difficoltà, perfino bendandosi gli occhi. E potrebbe battere loro.
-E ho saputo dei cavalli di Tauron.
-Gli ho insegnato a cavalcare, seppure in quest'attività non abbia dimostrato la stessa eccellenza.
-E, riguardo la musica?
A questo punto Lars tace, sebbene si tratti d'una pausa breve. 
-Era già un ottimo musicista, quando l'ho conosciuto. Frequentare il conservatorio gli sarà utile per perfezionarsi. Anche se in questo non potrà superarmi. - L'ammorbidirsi del tono, nella voce di Lars, permette a Layla, così lei crede, di comprendere quanto quel ragazzo dagli occhi gelidi come il metallo possa essere importante per il fratello.
-Due anni di tempo, Lars. Benché possa supporre quanto piacevole sia il tuo lavoro, non posso pretendere dal tuo fisico prestazioni eccessivamente straordinarie. - Layla appare divertita, finalmente rilassata. - Ti cederò un sesto della proprietà, quello di cui non ho bisogno. Certo non sarai più proprietario di sconfinati terreni, ed il tuo... status symbol sarà notevolmente ridimensionato, ma cerca di capire: è per una buona causa.
-La fondazione della Corona Gleam Engine.
Layla sorride. Non è chiaro se stia meditando riguardo i suoi piani futuri, o se sia soddisfatta dell'incontro che attendeva da anni, ma quando si alza in piedi, posando lo sguardo prima sul volto del fratello, poi sui giardini oltre la vetrata, appare già immersa in uno stato di beatitudine.

De Quincey si presenta in tempo per accompagnare Layla alla porta. Lars stesso decide di prolungare la visita percorrendo lo stesso tratto di corridoio, fino al vestibolo.
Ed è durante quella breve traversata, quando le pareti, il mobilio, i quadri, gli scorrono davanti, che realizza che non sarà raggiunto da alcun genere di pentimento. I giorni che vi ha trascorso con Ezra, gli istanti in cui, in quello stesso luogo, ha potuto garantirgli che nessuno lo avrebbe trovato per fargli del male, potranno tramutarsi nella sua salvezza.
Garrison torna dal guardaroba, aiuta Layla ad indossare il suo soprabito, Layla impugna la pochette turchese, e si volta verso il fratello. Gli sorride, già pronta al congedo, ma col desiderio di prolungare quegli ultimi istanti.
Un pensiero le attraversa la mente, un pensiero che le raggiunge le labbra senza che riesca ad arginarne la corsa, senza che se ne avveda. Che, probabilmente, conserva dentro di sé da anni.
-Lars, com'è morta Laura?
Probabilmente Layla ha il tempo di vedere suo fratello impallidire, o irrigidirsi, prima dell'intervento di De Quincey.
-Mrs Wolfwood, la sua auto è pronta.
A De Quincey basta un istante per comunicare a Lars che tutto è sotto controllo.
Layla ha appena il tempo di salutare il fratello, senza peraltro riceverne la replica, prima d'essere scortata all'esterno dal maggiordomo.
Lars si ritirerà nel salottino privato, trincerato nel consueto autocontrollo, ritrovando il languore confortevole dei farmaci, il fluire irruento della musica.