sabato 24 agosto 2013

Ad Libitum

Corona, summer 2515

Angra Mainyu e Spenta Mainyu dormono sul divano. Angra Mainyu ha già lacerato il raso di due cuscini. Spenta Mainyu ha smesso di fare le fusa nel momento in cui il loro sonno è diventato più profondo.

È ancora giorno, c'è ancora luce fuori. Si riversa oltre le vetrate, sfiora i marmi del pavimento, accarezza i disegni intricati dei tappeti, si adagia sulle linee curve dei braccioli delle poltrone, dello schienale dei divani, stende sagome oblunghe fino alle pareti. Tra i suoi capelli incolori assume un bagliore irreale.
Le sue dita si accaniscono sui tasti, scavano solchi nell'avorio come tra l'ossatura delle mie mani. Il pianoforte è sufficientemente solido da subire i suoi attacchi. E lo sovrasta, lo abbraccia: quasi ne eclissa le linee troppo fragili.
Sento vibrare il corpo esile che ho tra le mani, le forme affusolate scorrermi sotto le dita. Il modo mirabile con cui cede e si piega sotto la pressione dei polpastrelli. Potrei distruggerlo.
Ma non gli farò del male, non è quello che voglio.
Eppure l'incendio nel quale s'è tramutata la mia anima, non può trovare sfogo nel contatto labile di una carezza. Mi accanisco sul tappeto morbido delle corde, l'archetto muove affondi continui, ripetuti, veementi, ai danni del fragile strumento che ho tra le dita. Sento il violino gemere sotto l'ennesima sferzata improvvisa. La mia mente non ha controllo sul mio corpo. So che il suo grido di dolore è l'espressione esasperata del suo piacere. E voglio dargli più piacere.

Ho perso la cognizione del momento esatto in cui abbiamo abbandonato le partiture. Le battute si rincorrono, si scontrano, si sovrappongono. Hanno smesso di studiarsi, eppure si muovono allo stesso ritmo. Pianoforte e violino s'istruiscono vicendevolmente, le loro voci cantano all'unisono. Riempiono la stanza, la invadono delle note concitate di un Presto Agitato. Un crescendo che anela ad un culmine ancora troppo lontano perché trovi appagamento.
Ma il desiderio d'entrambi non è ancora estinto.
Guarda al pianoforte come ad un rivale, ma so che presto cederà all'abbandono. Al suo modo egoista di cercare piacere per se stesso, nel rapimento estatico della nostra musica.
Ho cura del violino, nonostante il trasporto violento che mi divora la ragione. Lascio cadere ogni controllo, nella consapevolezza che il mio piacere sia anche il suo godimento.




Summer is spreading warm rays outside and all over the garden
Violin and piano are struggling hard into a restless crescendo 
And as music is floating all around entwining souls into a fierce battle
The keyboard will turn into our umpteenth nuptial bed.