martedì 19 febbraio 2013

Out of Core Worlds

Sistema Columba, Hera, 2508

Lars Faust Wolfwood aveva ancora entrambi gli occhi del colore del piombo, era un ottimo pianista, un eccellente violinista ed uno straordinario violoncellista. Sarebbe stato capace d'incantare le platee, se non avesse deciso, ad un certo punto della propria esistenza, che la musica non era altro che un passatempo atto a riempire i vuoti lasciati dalla sua carriera. Che era invece in politica.
Conseguita la seconda laurea, si era detto finalmente pronto a partecipare alla Guerra ed era entrato a pieno titolo a far parte della Delegazione Alleata. Aveva 22 anni.
L'avenger che l'avrebbe condotto su Hera solcava i cieli di Columba, quando il suono del cortex pad richiamò la sua attenzione. Il volume della suoneria era talmente basso che non disturbò gli altri passeggeri. Tra l'altro, la musica gli aveva donato un udito particolarmente raffinato.
Era un messaggio di Emily D. che dopo l'ennesima chiamata senza risposta, aveva deciso di scrivergli. Lars fece scorrere rapidamente il testo, inviò un messaggio breve di scuse e ripose l'apparecchio. Sul volto non passò alcuna espressione. Ignorò il messaggio successivo.
Sebbene si fosse distinto per i voti eccellenti, per l'ottima educazione, per l'aristocratica ascendenza coroniana, da parte del ramo materno, Lars non godeva di una buon nomea tra le coetanee. Lasciava appassire e morire i rapporti che coltivava come un pessimo giardiniere lascia morire le proprie piante. Non era un donnaiolo, semplicemente dopo l'iniziale trasporto tendeva a trascurare. Non aveva salutato Emily prima di partire e probabilmente lei non avrebbe avuto voglia di salutarlo al suo ritorno.
Ma la priorità in quel momento era raggiungere Hera, incontrare i rappresentanti della fazione Indipendentista, convincerli che accettare le condizioni che il Governo Alleato gli offriva era la cosa migliore per tutti. Del resto perché dubitarne? Il Governo voleva la pace, il Governo garantiva ordine e controllo, sotto il Governo non sarebbero sopravvissuti crimini e ingiustizie. Sembrava talmente ovvio che l'idea dell'incarico affidatogli iniziava già a suggerirgli un senso d'insoddisfazione.
L'Avenger entrò in fase d'atterraggio, ancora qualche decina di minuti e di formalità da sbrigare, e la Delegazione Alleata sarebbe sbarcata su Hera. 

Lo spazioporto di Gateshead non era altro che un primo assaggio. Non era difficile comprendere quanto fosse diverso da quelli di New Washington e di Capital City già ad una prima occhiata, ma Lars non poteva fare a meno di lasciar vagare lo sguardo e cogliere ogni dettaglio. Era la prima volta che lasciava il sistema Central e per un ragazzo di 22 anni ogni novità era qualcosa da scoprire. Eppure quello non era lo sguardo entusiata di un ragazzo: era lo sguardo di un attento analista che era lì per fare il proprio dovere.
L'approccio con la gente del luogo non fu differente. Il tenente Simmons, fiero nella propria uniforme marrone, fece gli onori di casa. Erano con lui alcuni soldati più o meno giovani, tutti in browncoat. Erano malamente raggruppati alle spalle del superiore, avevano i volti sporchi, i capelli scarmigliati e le spalle stanche sotto il peso delle battaglie che ormai da un anno affliggevano ogni pianeta del 'Verse. E che fossero le afflizioni degli abitanti del Core che non ricevevano più i loro preziosi alimenti naturali dai sistemi esterni, o le afflizioni dei pianeti che subivano bombardamenti, tutto il 'Verse risentiva dello stato di guerra.
Lars li osservò dall'alto della propria statura come si osserva un gregge di pecore. Probabilmente stava già scavando nel vasto archivio della propria memoria per capire in quale astruso linguaggio avrebbe dovuto rivolgersi a quel popolo primitivo.
I soldati osservavano i membri della delegazione come un branco di capre pronte ad incornare quei damerini impettiti nei loro cappotti eleganti che venivano da un anno a quella parte a parlar loro di pace.
Ma non volarono insulti astrusi come non partirono cornate.
I membri della Delegazione Alleata furono fatti accomodare sulle jeep per essere condotti al campo.
La città sembrava rispecchiare uno di quegli scenari di cui Lars aveva letto tra i tanti volumi relativi alla storia della Terra-che-fu. Del rigore asettico di New London e di Horyzon, Hera non aveva la benché minima traccia. Era come se l'umanità avesse dimenticato di aggiornare la città -e con buona probabilità l'intero pianeta- da almeno settecento anni.
Le jeep attraversarono Gateshead senza soste intermedie, il campo era a sole due ore di viaggio.