sabato 9 marzo 2013

The Browncoat's Diplomacy

 Hera, Gateshead, 2508

I contorni del campo si delineavano in modo più netto con l'avanzare della jeep che consumava il terreno sotto le ruote dopo aver lasciato le strade lastricare di Gateshead. Attraversare Gateshead era stata un'esperienza interessante: gli aveva permesso di studiare l'architettura e gli usi della popolazione. Avrebbe quasi potuto decidere di prendere una terza laurea in antropologia.
Nonostante la guerra fosse già iniziata da circa un anno, Lars aveva preferito completare gli studi prima di prendervi parte attivamente. I notiziari che circolavano attraverso la rete cortex gli avevano dato un'idea chiara della situazione in cui versavano tutti i pianeti dei sistemi conosciuti, e, conseguita la seconda laurea con un anno d'anticipo, aveva convenuto che fosse il momento d'intervenire in modo deciso perché i ribelli tornassero alla ragione.
Gli altri membri della delegazione erano più anziani e vantavano già una lunga esperienza sul campo, ma questo non lo intimoriva né lo poneva in una qualsivoglia posizione di disagio: era semplicemente pronto ad apprendere qualora ritenesse qualcuno di essi un buon esempio. Uno dei principi che la famiglia aveva dimenticato d'inculcargli, tra molti altri, era certamente l'umiltà.

Il campo sorgeva presso la base militare della Flotta Indipendentista sotto la responsabilità del Tenente Simmons e del Comandante Sommers. Ai membri della delegazione fu detto che avrebbero potuto incontrare il comandante il giorno dopo per le prime contrattazioni. Tre di loro avrebbero potuto alloggiare nella pensione al centro di Gateshead, gli altri tre presso la base militare. Lars si adeguò a questa seconda sistemazione.
Quando scesero dalle jeep, dedicò qualche istante a tracciare un profilo almeno approssimativo di Simmons e dei suoi uomini. Tra loro si soffermò su un ragazzo di nemmeno vent'anni, che portava un berretto sporco sui capelli chiari impolverati che avevano preso lo stesso colore del terreno del campo. Gli altri avevano tutti i capelli scuri e delle facce ordinarie da uomini di età compresa tra i 30 ed i 40 anni.

Vasilij Viktorovič Volkov era originario di Koroleva. Minuto, pallido, dai capelli bianchicci piuttosto che biondi, gli occhi rossastri scoloriti dall'albinismo, ad un'osservazione più attenta risultò non essere un soldato, ma una sorta di studioso arruolatosi per vocazione. Fu lui a mostrare il campo agli ambasciatori del Governo, e ad introdurli nella base, il giorno successivo al loro arrivo.
Si era ripulito, rispetto al giorno prima, e risultava di certo più credbile nel suo ruolo, al punto che Lars lo ritenne quasi degno di rivolgergli la parola e arrivò perfino a ringraziarlo, quando introdusse la Delegazione al Comando.
La prima trattativa fu piuttosto breve: gli ambasciatori del Governo espressero con generosa dovizia di particolari i piani dell'Alleanza, Simmons e Sommers sensibili a tale generosità concessero che avrebbero preso in considerazione la proposta, senza scendere nell'inutile dettaglio di specificare quale delle tante.

Dopo l'incontro, che si protrasse oltre mezzogiorno, Lars decise di prendere del tempo per esplorare il campo. Mentre era prossimo a raggiungere una grossa tenda costruita su una struttura metallica piuttosto alta, avvertì alle proprie spalle un rumore di passi, discreto, regolare, che lo indusse a voltarsi. Era Vasilij.
-Mister Volkov. 
-Mister Wolfwood. 
- ...
-Desidera esplorare il campo? Posso mostrarglielo, se vuole. Qui dormono i soldati.
Vasilij indossava ancora gli stessi abiti di quella mattina, quando aveva introdotto la Delegazione Alleata al Comando. Un basco con visiera di tessuto marrone quadrettato come i pantaloni, una giacca dal taglio un po' datato. Era la moda in voga su Hera. Col tempo Lars si sarebbe reso conto che il giovane korolevita indossava sempre un cappello durante le ore diurne.
Non fece in tempo ad accettare o declinare la proposta, una voce chiaramente femminile s'introdusse nel dialogo.
-Ehi, 3V!
-Merry- Volkov sorrise alla ragazza che si avvicinava poco per volta, consumando terreno coi pesanti anfibi
-Smirnov ti cercava.- s'arrestò a pochi passsi da Lars e da Vasilij, osservò il primo con una certa invadenza.
-Mister Wolfwood, mi permetta di presentarle Miss Adelheim.
-Lars Wolfwood, lieto di conoscerla.- la squadrò da capo a piedi. Era una bella ragazza, non troppo alta, snella, dalle curve piacevoli impacchettate in un browncoat.
Miss Adelheim sbuffò poco elegantemente la propria insofferenza.
Lars la osservò di rimando assottigliando lo sguardo.
Vasilij intervenne tossicchiando.
-Mister Wolfwood è uno dei nostri ospiti, Merryweather- sembrò invitarla ad accantonare la sua ostilità, con il tono amichevole e fanciullesco che, ancor più dell'aspetto, non gli conferiva più di diciassette o diciotto anni.
-Bell'affare- commentò la ragazza- Oltre alle loro bombe, dobbiamo sorbirci anche i loro pappagallini ammaestrati.
-Merry! - un fiotto di sangue giunse a colorare le guance pallide del ragazzo, che trovò opportuno scusarsi - La perdoni, Mister Wolfwood... -
Ma mentre cercava una scusa che avrebbe riabilitato ipoteticamente la donna agli occhi del diplomatico, questi rispose.
-Lei non crede nella pace, Miss Adelheim? Lo scopo della visita della Delegazione Alleata, è quello di trovare un accordo che metta fine alla guerra. - si esprimeva in modo pacato, troppo. Appariva del tutto distaccato, freddo, e fin troppo controllato.
-E la pace sarebbe sottomettersi all'Alleanza? - replicò la ragazza.
-L'Alleanza propone degli accordi, Miss Adelheim: se il Governo cercasse sottomissione, si sarebbe limitato a bombardare, mentre, come può ben vedere, ha inviato una delegazione per giungere ad un accordo pacifico.
-Si vede che il suo governo ha fatto i propri calcoli e non trova più conveniente portare avanti la guerra. Oppure gli industriali del Core si sono già arricchiti abbastanza.
-La guerra non è conveniente per nessuno, Miss Adelheim. Quanto alle industrie, non dubiti che troverebbero in ogni caso una fonte di arricchimento.
-Lei sa tutto, vero?
Lars scrollò appena le spalle in un moto d'indifferenza, che poteva dire molto o niente. Merryweather optò evidentemente per la prima possibilità.
-Li ammaestrano bene i loro pappagallini, gli Alleati. Ma almeno è un bel pappagallino. -concesse, passando dall'intolleranza all'ironia- Ci delizieremo ad ammirare il suo bel piumaggio finché non capirà che spreca il suo fiato. -terminò con un sorrisetto beffardo, squadrandolo da capo a piedi. Lo osservava con l'occhio di chi valuti un capo di bestiame ad una prima occhiata, senza scendere nei dettagli.- Anche se sembra più un corvo che un pappagallo.- osservò. Poi si rivolse di nuovo a Vasilij- Smirnov ti aspetta, 3V. - quello fu il suo saluto, poi voltò le spalle e tornò a sollevare la polvere del campo coi pesanti anfibi, ricalcando i propri passi.
Lars restò ad osservare le ciocche scompigliate di capelli castani che le ricadevano oltre le spalle, agitate dal vento leggero e dalla cadenza dei passi. Forse in quel momento non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma ne era rimasto ammaliato. La salutò formalmente, comunque.
-Lo raggiungerò quando avrò terminato con Mister Wolfwood.- rispose il ragazzo, pacato. Quell'esempio di cortesia e di civiltà ebbe l'effetto di sorprendere Wolfwood.